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Utilizzo delle lenti della lampada per la fotopolimerizzazione VALO™ come strumento diagnostico a supporto nella pratica quotidiana

Scritto da Ultradent Italy | 27-apr-2023 10.40.18

Articolo a cura del Dr. José Gabriel Martínez

L'obiettivo principale della visita iniziale di uno studio odontoiatrico è rassicurare i nostri pazienti che il motivo dell'appuntamento sarà risolto. Tra i diversi processi per la diagnosi delle lesioni, come i difetti strutturali dello smalto o la presa visiva del colore, abbiamo ora a nostra disposizione una serie di lenti accessorie da utilizzare con le lampade per la fotopolimerizzazione VALO™ e VALO™ Grand. VALO™ è una lampada LED per la fotopolimerizzazione di terza generazione.
Idealmente, le luci a LED devono avere LED blu con una corretta emissione di lunghezza d'onda emettendo anche una potenza adeguata a polimerizzare i materiali dentali. (1) La lampada per la fotopolimerizzazione VALO™, incorpora quattro LED e tre diversi livelli di potenza sulla stessa gamma di lunghezze d'onda. Ha la capacità polimerizzare qualsiasi tipo di materiale da restauro. (2)

La lampada VALO™ ha a disposizione una varietà di lenti accessorie che ci aiutano a fare una diagnosi più precisa.

Lente Pointcure

La lente PointCure™ è stata progettata per facilitare la fotopolimerizzazione di faccette e piccoli restauri in composito. Uno dei maggiori inconvenienti durante la fotopolimerizzazione di faccette, corone e ponti è che quando viene attivata la lampada per la fotopolimerizzazione, la luce si diffonde con un raggio maggiore rispetto a quello desiderato, causando così la polimerizzazione simultanea dell'intero materiale. Ciò si traduce in una mancanza di controllo sul cemento interprossimale che causa complicazioni durante la rimozione. Allo stesso tempo, può succedere che il restauro adiacente si sposti se stiamo cementando due o più restauri indiretti contemporaneamente, e se facciamo pressione su uno alla volta, potrebbe causare un leggero movimento dell'altro, il che creerebbe un grosso problema perché i prossimi restauri adiacenti da cementare non sarebbero in grado di adattarsi.

Lente Translume

La lente verde TransLume™ è forse una delle più utili in situazioni che coinvolgono crepe o fessure. In genere utilizziamo questa lente come parte del nostro protocollo diagnostico durante la prima visita, perché ci consente di rilevare chiaramente la presenza di fessure o crepe. Allo stesso modo, registriamo fotografie dei casi per stabilire una migliore comunicazione con i pazienti e per poter spiegare e mostrare la situazione iniziale e come ciò potrebbe influire sulla loro salute dentale.

Lente Proxicure a sfera

La lente a sfera Proxicure™ facilita la creazione di un punto di contatto adeguato. A volte, quando si posiziona la matrice per restauri in composito di II classe, non si ottiene un punto di contatto ideale a causa dell'anatomia dentale o dell'estensione delle cavità. Per fare ciò, una volta posizionato il composito per ripristinare la parete interprossimale, possiamo utilizzare questa lente per applicare una leggera e delicata pressione sulla matrice e avviare la polimerizzazione, assicurandoci così di avere un punto di contatto ideale. Successivamente, rimuoviamo semplicemente questa lente e continuiamo con la lente convenzionale della lampada per la fotopolimerizzazione VALO™.

Lente Black light

La lente a luce nera (Black Light) è ideale per osservare la fluorescenza dei materiali da restauro. Sono state segnalate varie apparecchiature che emettono luce fluorescente per identificare i substrati attraverso diverse emissioni di luce, e possono persino aiutare nel rilevamento o nella diagnosi di resti di materiale resinoso. (3) È noto che i materiali ceramici e i compositi presentano diversi gradi di fluorescenza; questo è un fattore da considerare nella scelta di un composito, poiché la differenza tra dente e restauro può essere talvolta visibile, creando disagio al paziente. Allo stesso tempo, nei casi di rimozione dei bracket  o quando arriva un paziente che indossa i bracket, è fondamentale riuscire a rimuovere i resti di resina dai denti. La Black Light ci permette di evidenziare i resti di composito sulla superficie dentale, facilitando così il processo di rimozione ed evitando di danneggiare lo smalto sano che non ha residui di materiale. Possiamo anche identificare il biofilm, consentendo la comunicazione visiva con il paziente che deve migliorare la sua tecnica di igiene dentale. 

Lente interproximal

La lente Interproximal è utile nell’individuazione di carie interprossimali. Mentre la lente White Light facilita l’individuazione del colore. La capacità di interpretare adeguatamente il colore utilizzando dispositivi portatili che emettono luce bianca facilita il lavoro del clinico nel difficile compito di rilevare il colore (4).

Lente White Light

Esistono diversi accorgimenti che facilitano la presa del colore, a cominciare dalle tradizionali scale colori, che si consiglia siano dello stesso materiale che utilizzeremo nel nostro restauro, diretto o indiretto, oltre alla fotografia con reflex o con l’uso di specifici software, che ci permettono di analizzare le informazioni raccolte, dandoci una sorta di ricetta su come gestire il caso, anche se queste ultime sono attualmente più rivolte ai restauri indiretti.

In generale, il nostro protocollo convenzionale per prendere il colore visivo nei restauri diretti in composito consiste nel posizionare piccole masse di smalto e dentina sulla superficie del dente da trattare o sui denti adiacenti e polimerizzare. Successivamente, scattiamo una foto con un filtro polarizzato e osserviamo quale di questi si integra meglio con il dente. In altre occasioni, utilizziamo un dispositivo che simula la luce del giorno, che ha un filtro polarizzato che ci permette di vedere l'integrazione del materiale senza dover passare attraverso un software fotografico.

Infine, possiamo utilizzare la lente a luce bianca per osservare attivamente e visivamente l'integrazione del restauro mentre aggiungiamo il composito, permettendoci così di fare passaggi molto più precisi poiché la luce che esce attraverso questa lente ha una temperatura equivalente tra 5.000 e 6.000 gradi kelvin. Inoltre, la lente ha una luminescenza di 1.000 lx e un indice di resa cromatica superiore a 85. Un altro utilizzo di questa fantastica lente, è quello di facilitare il processo di selezione del cemento che meglio si adatta a ogni caso di faccette. Successivamente, eseguiamo i test di prova per scegliere il cemento e, in quel momento, accendiamo la VALO™ con la lente a luce bianca, e quindi possiamo confermare visivamente quale dei cementi di prova si adatta meglio.

L'autore

Nato e cresciuto in Venezuela, sua madre anche lei dentista, lo portava spesso in studio o a corsi di formazione in tutto il mondo. Dopo essersi diplomato in Odontoiatria in Venezuela nel 2006 e aver ottenuto un Master in Odontoiatria Restaurativa Estetica e in Ricerca, il Dr. Martinez Colmenares ha aperto uno studio dentistico a Barcellona, nel quale oltre a praticare tiene anche lezioni. Impartisce lezioni anche presso L’Università Internazionale di Catalogna 

 

1. A brief history of LED photopolymerization. Jandt, Klaus D et al. Dental materials, 2013, Vol.29p.605-617
2. State-of-the-art: Dental photocuring-A review. Frederick A. Rueggeberg. Dental Materials 27 (2011) 39-52.
3. Auxiliary UV light devices for removal of fluorescent resin residues after bracket debonding. Fabio Martins Salomão et al. J Esther Rest Dent. 2019;31:58-63
4. Determining color for the direct restorative approach. Romain Ceinos. International Journal of Esthetic Dentistry I Volume 16 I Number 4 I Winter 2021.