A cura del Dr. Rafael Beolchi

In breve: no. Un tempo considerata una raccomandazione importante per i pazienti, oggi ci sono sufficienti informazioni e studi¹ che dimostrano come la restrizione dei pigmenti alimentari non sia necessaria durante i trattamenti di sbiancamento dentale. Molte persone si chiedono se sbiancare i denti significhi dover rinunciare alle proprie bevande preferite, altrimenti rischiando di compromettere i risultati dello sbiancamento.  Alcuni dei malintesi riguardo alla presunta importanza della dieta bianca possono essere ricondotti a ricerche più datate, secondo cui il consumo di sostanze che macchiano, come caffè e vino rosso, subito dopo lo sbiancamento potrebbe ridurre l’efficacia del trattamento, rendendo i denti più inclini ad assorbire pigmenti da cibi e bevande scure². Tuttavia, questi studi sono stati condotti su denti non vitali, cioè, estratti, e non su pazienti vivi. L’uso di denti non vitali implica che questi non vengano sottoposti alle abituali pratiche di igiene orale quotidiana, e questo sembra aver influenzato i risultati dello studio³. 

Una recente revisione sistematica con meta-analisi a rete¹ ha indagato la necessità di seguire una “dieta bianca” durante i trattamenti di sbiancamento dentale, alla luce del timore che le sostanze pigmentate potessero compromettere il processo di sbiancamento macchiando lo smalto o interferendo con gli agenti sbiancanti. Per affrontare questa questione, gli autori hanno analizzato sette studi clinici, coinvolgendo un totale di 367 partecipanti. Questi soggetti hanno seguito rispettivamente una dieta bianca, hanno consumato sostanze ricche di pigmenti come caffè, vino, tè, succo d’uva e coca cola, oppure non hanno seguito alcuna restrizione dietetica durante il trattamento. 

Utilizzando sia tecniche di sbiancamento domiciliare che professionale, gli autori hanno concluso che i comuni agenti che causano macchie non hanno avuto un impatto negativo sui risultati dello sbiancamento. L’implicazione principale di questi risultati è che i clinici possono consigliare con tranquillità ai pazienti che non è necessario evitare cibi o bevande colorate durante il trattamento. Questa informazione è importante, poiché può migliorare l’aderenza dei pazienti alle indicazioni terapeutiche e aumentare il comfort durante il trattamento. 

In altre parole, lo sbiancamento si è dimostrato ugualmente efficace anche in presenza di consumo di cibi e bevande che normalmente causano macchie. In secondo luogo, è emerso anche che la sensibilità dentale è risultata generalmente bassa. Un altro aspetto importante è che la soddisfazione dei pazienti è rimasta alta, indipendentemente dal fatto che seguissero o meno una dieta restrittiva. 

Questo concetto non è necessariamente nuovo. Un articolo⁴ del 2015 aveva già affrontato l’argomento, rappresentando una delle prime evidenze cliniche che hanno messo in discussione la tradizionale raccomandazione della dieta bianca. Questo studio ha aperto la strada ad altre ricerche⁵,⁶ che a loro volta hanno rafforzato il cambiamento verso un approccio post-sbiancamento più basato sull’evidenza scientifica e maggiormente orientato al comfort e alla soddisfazione del paziente. 

Queste conclusioni portano con sé interessanti implicazioni pratiche per gli studi dentistici, ad esempio: 

  1.  Non è necessario imporre la dieta bianca
  • I dentisti possono sentirsi sicuri nel consigliare ai pazienti che non è necessario evitare cibi e bevande pigmentate durante il trattamento sbiancante. 
  • Questa raccomandazione renderà il processo di sbiancamento più comodo e attraente. 
  1. Aumento della collaborazione del paziente
  • Quando ai pazienti non viene chiesto di fare sacrifici dietetici significativi, la loro aderenza ai protocolli di sbiancamento tende a migliorare. 
  • L’eliminazione delle restrizioni alimentari può inoltre aumentare la soddisfazione legata al trattamento. 
  1. Istruzioni post-operatorie semplificate
  • Le indicazioni per la cura dopo il trattamento possono essere semplificate e abbreviate, liberando tempo alla poltrona e riducendo possibili confusioni. 
  • Un protocollo più semplice può anche ridurre l’ansia del paziente e diminuire il rischio di abbandono del trattamento. 
  1. Formazione del paziente basata su evidenze scientifiche
  • I professionisti possono ora fornire consigli basati su evidenze scientifiche più solide. 
  • Avere un supporto scientifico rende la comunicazione più credibile e aiuta a costruire fiducia nelle raccomandazioni di trattamento. 
  1. Marketing e strategie di differenziazione
  • Gli studi dentistici possono sfruttare queste conoscenze per differenziarsi, promuovendo protocolli di sbiancamento efficaci e compatibili con lo stile di vita dei pazienti. 
  • Questo può essere presentato come un approccio più centrato sul paziente, supportato dalle più recenti evidenze scientifiche. 

Come riflessione finale, è sempre importante ricordare che mantenere una corretta igiene orale è fondamentale e che potrebbero essere necessari ritocchi periodici dello sbiancamento per mantenere i risultati. 

La frequenza di questi ritocchi dovrebbe essere valutata individualmente, poiché dipende in gran parte dalla permeabilità dei denti e dalle abitudini del paziente. 

 

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L'autore

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Dr. Rafael Beolchi
Ultradent EMEA Clinical Affairs Manager

Laureato in odontoiatria presso l'Università di San Paolo, in Brasile, nel 2000.  Dal 2001 ha uno studio privato e si specializza principalmente in odontoiatria estetica. Nel 2009 consegue il Master in Biomateriali presso l'Istituto di Ricerca Energetica e Nucleare dell'Università di San Paolo. Attualmente, tiene corsi e conferenze di odontoiatria estetica presso istituti internazionali. Il Dr. Beolchi ha scritto diversi articoli su argomenti riguardanti la Conservativa estetica diretta e la fotopolimerizzazione. Collabora con università internazionali ed è Clinical Affairs Manager della Ultradent Products Inc. per l'Europa e il Medio Oriente.

 


 

Bibliografia

  1. Münchow EA, Távora WS, de Oliveira HT, Machado LS. White diet is not necessary during dental bleaching treatment: A systematic review and network meta-analysis of clinical studies. J Dent. 2025 Feb;153:105459. doi: 10.1016/j.jdent.2024.105459. Epub 2024 Nov 16. PMID: 39557282.
  2. Karadas M, Seven N. The effect of different drinks on tooth color after home bleaching. Eur J Dent. 2014 Apr;8(2):249-253. doi: 10.4103/1305-7456.130622. PMID: 24966778; PMCID: PMC4054058.
  3. Ziada, Neama; AL yasaky, Mohamed; and Elsharkawy, Doaa (2020) "Effect of Bleaching on the Staining Susceptibility of Enamel and Composite Resin (An in Vitro Study)," Al-Azhar Journal of Dentistry: Vol. 7: Iss. 4, Article 16.
  4. Matis, B.A., Wang, G., Matis, J.I., Cook, N.B., & Eckert, G.J. (2015). White Diet: Is It Necessary During Tooth Whitening? Operative Dentistry, 40(3), 235–240.
  1. Hardan L, Bourgi R, Flores-Ledesma A, Devoto W, Devoto E, Fernández-Barrera MÁ, Kharouf N, Cuevas-Suárez CE. Is a White Diet Necessary for Tooth Bleaching Procedures? A Systematic Review and Meta-Analysis. Dent J (Basel). 2024 Apr 22;12(4):118. doi: 10.3390/dj12040118. PMID: 38668030; PMCID: PMC11049513.
  2. Chen YW, Stanley K, Att W. Artificial intelligence in dentistry: current applications and future perspectives. Quintessence Int. 2020;51(3):248-257. doi: 10.3290/j.qi.a43952. Erratum in: Quintessence Int. 2020;51(5):430. doi: 10.3290/j.qi.a44465. PMID: 32020135.
  3.